Ricordando Aldo Colombo nel quarto anniversario della scomparsa




Quello che ami veramente rimani. Il resto è scorie. Quello che veramente ami non ti sarà  strappato. Quello che veramente ami è la tua eredità. Con un verso di una poesia di Ezra Pound voglio ricordare Aldo Colombo, giornalista di razza, cronista sportivo, con la fascinazione per l'ippica. Una fascinazione cosi forte che lo spinse, nel corso degli anni a diventare vice direttore de Lo Sportman, giornalista  di Trotto& Turf, conduttore di A Cuore Aperto, un leggero ma al tempo stesso mai banale,  approfondimento sul fantastico mondo dell'ippica su Unire Tv, nel quarto anniversario della sua scomparsa. Milanese di nascita, napoletano d'azione, con Gragnano nel cuore, dove era solito trascorrere l'estate in compagnia dei "cugini Martucci"  Aldo Colombo fu anche scrittore ed autore di un libro che ebbe l'onore della postfazione di Massimo Fini.  Uomo eclettico, dai mille interessi, dalla musica, alla poesia, al cinema ( mi fece scoprire nel 2001, il primo film di un registra, all'epoca sconosciuto, Paolo Sorrentino, intitolato L'uomo in più, presagendo un grande avvenire oltre che per il regista anche per l'attore Tony Servillo). Uomo di sinistra che dialogava con tutti. Aveva una passione per i vinti della storia e per le storie poco note. In virtù di ciò nel 2015 comprò Cuori Neri, il libro di Luca Telese romanzo degli anni di piombo. Un racconto che lega tra loro, in unico filo color rosso sangue, ventuno morti, giovani di destra, caduti nella guerra spietata che insanguinò quell'epoca. Rimase colpito dal rito del presente. In occasione del mio compleanno, nel suo stile allegro e guascone mi chiamava pronunciando "Camerata Parente" Presente.. Sapendo che da napoletano, legato alla vita, oltre che scaramantico, avrei toccato ferro. Quando seppe che collaboravo con quotidiano denominato Rinascita, mi invitò a studiare il mondo dell'ippica, in particolar modo il trotto, i cavalli,  i driver,  le genealogie,  le categorie, comprese prove di qualifica, gran premi e regolamenti e di tenermi pronto. Occasione per diventare colleghi non ce ne furono ma venivo spesso e volentieri interrogato da Aldo. 

Da più di un anno, per continuare a parlare del tuo amato sport, che è anche il mio, che unisce e non divide come il calcio, ho un blog intitolato il Trottatore. Sono sicuro che, seppure con le sue imperfezioni, ti sarebbe piaciuto e tanti preziosi consigli mi avresti dato. 

Ciao Aldo.



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